martedì 26 maggio 2020
Bergson e la realtà: come le immagini sono il punto di contatto tra il tangibile e il sensibile - STEP #18
Come già affermato precedentemente la filosofia ebbe numerosi pensatori che esposero teorie sul come relazionarsi con la realtà. Tale attitudine verso la ricerca del vero in ciò che ci circonda lo troviamo anche in Bergson, filosofo francese vissuto a cavallo tra il XIX e il XX secolo. Nella sua opera "Materia e memoria", viene affermato che la relazione tra la coscienza interiore del soggetto e la realtà corporea con la quale si interagisce sta in mezzo tra la concezione idealistica, che cioè considera l'oggetto assolutamente determinato dal soggetto, e la concezione realistica, ovvero che considera la realtà sensibile come a sé stante, cioè avente esistenza propria. Bergson descrive le immagini come il punto di contatto tra il mondo della rappresentazione (idealisti) e la cosa sensibile (realisti). L'immagine è propriamente ciò che la coscienza crea attraverso l'unione tra l'interazione con la realtà e la sintesi, che essa stessa compie, dalle rappresentazioni della realtà che l'io psichico costruisce al suo interno. Queste immagini chiaramente non sono accostate a caso ma seguono delle relazioni: queste relazioni coincidono con le leggi della natura (quindi si capisce come Bergson pur essendo uno spiritualista, considera fondamentali le leggi organiche e inorganiche che regolano la materia). Fra le diverse immagini ve né una privilegiata che sottostà a queste leggi ma che è anche in grado di modificarle a suo piacimento. Inoltre, mentre tutte le altre immagini hanno ragione di esistere perchè si creano partendo dall'esterno, questa immagine vive la sua esistenza dall'interno: essa è il corpo. La funzione del corpo è quella di selezionare le altre immagini in base a criteri soggettivi che seguono l'esigenza di soddisfare bisogni propri. In questo modo molte immagini vengono accettate, altre invece vengono scartate: è questo il campo della percezione. Essa non può avere un carattere conoscitivo (in senso oggettivo) della realtà perchè ognuno selezionerà le le proprie immagini in base alla propria coscienza: percepire significa dunque modificare la realtà materiale in base alle esigenze del nostro corpo. La conoscenza della realtà e la vita interiore di un individuo non può risolversi solo nella sua attività psichica, che pure rappresenta una parte fondamentale della sua esistenza.
Fonti: https://www.tesionline.it/appunti/storia-della-filosofia-contemporanea/percezione-in-bergson/380/108
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