Ed è proprio qui che interviene la pubblicità, definita appunto dal sociologo come un "persuasore occulto", un entità cioè non manifesta che tuttavia si mostra capace di controllare le nostre scelte.
Dalla lettura dell'opera si può facilmente dedurre che nessuna sfera della vita era al sicura da quelli che verranno poi definiti dei veri e propri psicologi della società di massa: infatti, la nuova generazione degli agenti pubblicitari stravolsere le regole del gioco, facendo assumere al consumatore un ruolo centrale nella scena. I prodotti erano da sempre sottoposti a studi ma mai prima di allora ci si era chiesto il motivo per cui la massa dovesse essere tantata a compiere l'acquisto.
Packard aveva capito che i consumatori dovevano essere
sottoposti ad analisi più meticolose. Era necessario entrare nelle loro teste per
comprendere il processo alla base delle loro pulsioni di acquisto. I sondaggi e
i focus group erano per Packard lo strumento più adatto. Non si trattava quindi
di inserire fotogrammi in una pellicola per accendere un desiderio in modo
subliminale. L’obiettivo era quello di acquisire informazioni dettagliate per
produrre pubblicità sempre più efficaci.
All’epoca dei grandi illusionisti e prima della nascita
della psicologia cognitiva si pensava che con la giusta parola si potesse
aprire e controllare la mente di un individuo. Gioie, paure, angosce che
galleggiavano nell’inconscio sarebbero deflagrate al momento giusto. "Il prodotto non soltanto dev’essere buono ma deve esercitare
una suggestione sui nostri sentimenti annidati nei recessi della psiche." Alla pubblicità insomma si attribuiva il potere di aggirare
il raziocino delle persone e di cambiarne i gusti.
Sei quello che possiedi e aspettare che un prodotto si
deteriorasse o che passasse lentamente di moda era un sacrificio che il
marketing pubblicitario non era disposto più a sopportare. L’idea di un
invecchiamento psicologico iniziò a circolare tra gli addetti ai lavori per far
sì che ad esempio "il cliente si vergogni a guidare la stessa auto per più di
due o tre anni". Naturalmente il mercato automobilistico sperimentò altre
tecniche di persuasione che possiamo trovare anche nelle pubblicità attuali.
Basti pensare al concetto che "quando compro un’automobile io dico, in un certo
senso, voglio una macchina che mi definisca". L’approccio scientifico stava producendo i suoi frutti e ben
presto fu sperimentato anche durante le elezioni presidenziali del 1956.
Packard non gradì che la manipolazione avvenisse a livello politico. Gli
elettori indecisi cadevano sotto il fuoco incrociato di presunte dichiarazioni
e pittoresche immagini dei candidati e delle loro mogli. Le fake news diciamo
che ne sono in qualche modo la diretta conseguenza.
Immagini: https://www.ereticamente.net/wp-content/uploads/2018/11/F-1.jpg
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